giovedì 10 settembre 2015

(segue) 4 SETTEMBRE 2015, CAPPELLA dell'ADORAZIONEE, STAZIONE S.M. NOVELLA, FIRENZE

(segue)Le tue mani mi hanno fatto e plasmato. Non mi sono dato la vita da solo. Dipendo da te. Dice San Francesco:" nullo omo ene digno te mentovare". Quando ci mettiamo in preghiera, quale atteggiamento interiore abbiamo? Gesù ci conosce bene, e ci fa riflettere con la Sua Parola: o abbiamo l'atteggiamento del fariseo, o quello del pubblicano. E quale atteggiamento abbiamo  nei confronti degli altri? Il salmista non si ritiene degno nemmeno di proclamarsi un fedele del Signore, e come legame tra sè e i fratelli riconosce la gioia che nasce dalla condivisione della speranza. Il cristiano diffonde gioia,  perchè è ricolmo di speranza, e la sua speranza è tutta nella Parola, nell' "imparare i tuoi Comandi ", con la Luce dello Spirito  a farli comprendere . Ecco che a quella Luce si valutano i propri comportamenti. Ci viene indicata una  discriminazione fra bene e male, chiara, luminosa, netta. Ci esaminiamo sempre coerentemente confrontandoci con i comandamenti che il Signore ci ha dato dicendoci anche che saremo suoi amici se faremo quanto Lui ci chiede? Il salmista non si permette di giudicare Dio per le conseguenze, nella sua esistenza,  del male compiuto: il pentimento e la consapevolezza lo spingono a dare lode a Dio glorificando la Sua Giustizia, accetta le umiliazioni, ma chiede consolazione. Sa che per lui c'è un dono di Grazia. A chi riconosce  i suoi peccati, il Signore perdona. Il pubblicano infatti ottiene misericordia.  E' così per ciascuno di noi, se coltiviamo in noi l'umiltà, Gesù ce lo chiede, siate come Me, miti e umili di cuore! Riconoscendoci bisognosi di Misericordia, invochiamola come fa  il salmista:" venga a me la tua misericordia e avrò vita". Il peccato uccide l'anima. Pentìti .allora sì che possiamo invocare la consolazione della sua grazia, il dono dello Spirito, accostandoci al Sacramento della riconciliazione spesso, ricordando, ossia riportando viva nel nostro cuore  come fa il salmista, la promessa. Quale promessa? La salvezza dai nostri nemici e dalle mani di quanti ci odiano, ci dice Zaccaria, il Padre ha suscitato per noi una salvezza potente, nella casa di Davide suo servo: Gesù! Siamo il popolo della Buona Novella, siamo i salvati, i redenti, i figli, gli amati dal Padre, nel Figlio, per opera dello Spirito! E' la nostra gioia.
E nelle persecuzioni che sempre opprimono chi veramente segue Gesù, lo vediamo quotidianamente nei nostri fratelli crocifissi, annegati, torturati, messi al margine, derubati, imprigionati, costretti alla clandestinità o a  fuggire,  il  salmista, contrastato da chi è superbo, non invoca la distruzione, ma che siano bloccati. La confusione è lo stato di chi non capisce. Risuonano le miti parole del Redentore: Padre, perdona loro, perchè non sanno quello che fanno. Noi quando siamo ingiustamente trattati, come reagiamo? Riusciamo a difenderci senza avere rancori, ma benedicendo i nostri nemici, perchè si volgano al Bene,come il Padre della Misericordia ci chiede? Applichiamo l'opera di misericordia spirituale pregando per loro?Il salmista si fissa come un piolo inamovibile nella legge del Signore. E' una legge che  si fonda sul perdono, direi affonda nel perdono così da incardinarlo come condizione ineluttabile nella vita di ciascuno  per avere giustizia: rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori. Dio non abbandona mai chi si abbandona a Lui.
Continua, il salmista, cònstata la superbia, lo opprimono a torto, ma non si mette su di un piedistallo, a giudicare duramente il prossimo;  rivolto al Signore si fa  lui giudicare dai  fratelli che ritiene migliori di sè, nella fedeltà e nella conoscenza: "venite a me..." Egli  scruta il suo cuore con santo timore per non perdere l'integrità nel seguire gli insegnamenti di Dio. Non fa compromessi con la sua coscienza. Non vuole correre il rischio di mettersi al posto di Dio, trasformando i comandi del Signore a suo uso e consumo, e passare lui  dalla parte dei nemici di Dio indurendo  il suo cuore nella superbia: "perchè non resti confuso".  Ma come è bella e salutare per l'anima  questa fedeltà alla Parola, questa fedeltà nella coerenza di vita al Fedele, a Gesù!   Dio sta lontano dai superbi, ma è vicino agli umili. Solo chi confida pienamente nel Signore riesce a centrare in Lui tutta la sua esistenza, i rapporti con Lui, con gli altri, amici e nemici, con sè stesso, nella gioia, ci dice il salmista.Possa il cuore di chi vuole veramente seguire il Signore dare e trovare Misericordia  scolpendo in ogni gesto,  pensiero,  parola, il grido dell'anima : Gesù, confido in Te!
La responsabile, Anna Maria

Nessun commento:

Posta un commento