domenica 3 aprile 2011

S.S. ANNUNZIATA ORA DI PREGHIERA DEL 1 APRILE 2011

S.S. ANNUNZIATA    ORA DI PREGHIERA  DEL 1 APRILE 2011

Abbiamo cominciato l'incontro ringraziando il Signore e invocando lo Spirito Santo e l'intervento della Divina Misericordia  per l'Europa, in questo nuovo scenario di guerra provocato dalla crisi africana, e quindi per i profughi, l'Italia, per il Giappone, duramente provato dal terremoto,dallo tzunami e per i tremendi effetti dovuti al disastro nucleare con ripercussioni di radioattività nocive per l'intero pianeta. Abbiamo pregato la Coroncina per queste intenzioni, per gli agonizzanti, per tutta la Chiesa, scossa da terremoti e tzunami spirituali; per la pace nel mondo intero. Abbiamo intervallato le decine con l'invocazione a San Michele Arcangelo scritta da Papa Leone XIII, affinchè ci aiuti e ci protegga nella lotta contro le tentazioni e il maligno e scendano sul mondo intero, come scrisse il Pontefice, le "divine misericordie". Poi, sempre alla luce dello Sguardo Misericordioso del Cristo, e guidati dalla Madre di Dio, ricordando che la Misericordia è la luce che illumina gli occhi di Maria Santissima, come diciamo nella Salve Regina:... mostra a noi quegli occhi tuoi misericordiosi...E alla luce degli  occhi del Padre, ci dice San Pietro: Padre della Misericordia, dal cuore della Famiglia Divina, rivolgendo il cuore all'icona della Divina Misericordia  guardiamo con gli occhi dello Spirito   il vangelo di San Luca, cap. 15, la parabola del figliol prodigo. Per comprendere appieno le parole del Signore, riportiamo alla mente la comparsa di Gesù ai suoi discepoli il giorno dopo il sabato successivo alla Sua Risurrezione, la domenica in albis, la Festa della Misericordia. Gesù alita lo Spirito sui Suoi  per la remissione dei peccati . E i peccati, il vangelo di oggi ci ricorda, sono il non amore che Gesù nella parabola spiega essere il disattendere al comandamento principale della Legge del Padre,  comandamento a due direzioni: ama il Signore Dio  con tutto te stesso; ama il tuo prossimo come te stesso. Relazione di totalità con Dio, e relazione, da questa alimentata, con gli altri. Il perdono che Dio ci offre è un perdono trinitario, e il confessionale è il punto di incontro di noi, figli prodighi, col Padre, il Figlio, lo Spirito. Ma come è questo incontro? Come Gesù vuole che sia? Cosa ci rivela del Padre? La parabola di Luca è uno straordinario quadro dove Dio mette a nudo Sè Stesso, ci mostra il Suo Cuore, ci dice cosa fa, quale tipo di relazione ci offre, Lui, l' Onnnipotente, verso noi figli spesso inconsapevoli del tanto amore di cui siamo oggetto. Gesù apre il racconto parlando delle sedi celesti (citate  da Leone XIII nell'invocazione che precede l'esorcismo)  di cui è patrono San Michele: la casa del Padre. Quella casa dai molti posti, preparati per noi da Gesù, (Giovanni, cap.14) nostra Via , perchè con la Sua Passione, Morte e Risurrezione  possiamo  arrivarci. Ora, come due sono le relazioni dell'amore da realizzare nella nostra vita, così due sono le possibili rotture che ci capita quotidianamente di operare, perchè siamo fragili e peccatori. Per questo,  due sono i figli con problemi: verso il Padre, e tra di loro. Il primo, nella Casa, non ci vuole stare più, perchè vuole andare lontano dal Padre e vivere per sè stesso.. Il secondo, riguardo al più giovane, scandalizzato del perdono del Padre, non lo  considera un fratello, ma lo chiama:"tuo figlio". Per la serie, non ho nulla a che fare con lui.  Entrambi hanno necessità di aprire gli occhi e il cuore a comprendere cosa significhi stare nella Casa del Padre. Rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori. Lo stare nella Casa del Padre implica la fratellanza. Siamo legati gli uni agli altri. Dio ci lascia liberi di usare per noi stessi i Doni che Lui ci dà, lontano da Lui. Il problema è che la vita  senza il corredo del Patrimonio del Padre: la sua adozione, il Suo Pane di Vita, così abbondante nella Sua Casa, Gesù,  il Suo Anello di Sposo Fedele dell'anima, i Suoi Calzari, cioè la nostra obbedienza a Lui, per proteggere i nostri piedi ed evitare di essere feriti e uccisi dal male lungo il percorso accidentato della vita, noi non abbiamo alcuna dignità di libertà. Senza la Sua Grazia, quel vestito più bello di tutti, la veste bianca battesimale, che col Suo perdono ci fa riavere, senza il quale non possiamo partecipare al Suo banchetto, non siamo  più figli, ma servi, schiavi del male, tra il lezzo insopportabile del fango e delle bestie,  i porci, ossia quei vizi che si è scelti come compagni, vivendo  non con il lume di ragione da figli di Dio, ma assecondando l'istinto, senza nutrimento, indirizzati alla morte che il maligno vuole per noi. A causa della sua invidia la morte è entrata nel mondo, ci dice il libro della Sapienza. Il Padre invece, che rispetta le nostre scelte, ci guarda. Sempre. Ci chiama col Suo Amore, fa sorgere in noi il ricordo della Sua Casa. E quando decidiamo di convertire il nostro atteggiamento  interiore e rientriamo in noi stessi, ecco che l'umiltà spezza la distorsione satanica che vela i nostri occhi e siamo capaci di vedere nella realtà cosa significa stare lontano da Lui. Da qui, la decisione, che il Signore si aspetta da noi ,perchè ci ama, di tornare a Lui, col cuore contrito nel profondo. Così Dio ci vuole, perchè altrettanto profonda è  la Sua commozione di Padre.Il pentimento del figlio più giovane, che sta male, è radicale, e comprende dove è il suo bene;  la conversione dell'altro fratello, invece, non è descritta.  Il Padre ci aspetta sempre.   Lui è quello che fa piovere la rugiada della Sua Misericordia sui buoni e sui cattivi. Lui è quello che scruta l'orizzonte nell'attesa e quando ci volgiamo a Lui non solo viene, ma ci corre incontro. Quando andiamo al confessionale, c'è Uno che ci ha preceduto.  C'è Uno che ci getta le braccia al collo, ci abbraccia,  ci bacia. C'è Uno che dopo averci purificato ci invita al banchetto della Risurrezione e vuole che tutti partecipino alla Sua Gioia di Dio della Vita. Per questo ci ha dato, tramite l'icona della Divina Misericordia, l'immagine di Suo Figlio, il Risorto, perchè ci vuole tutti con Lui, come Lui.  Tutti, come richiede da noi tutto il nostro amore per Lui. Come Gesù, perchè vuole che ci amiamo fra di noi come Gesù ci ha amato, con la nostra misura dovuta ai nostri limiti, ma quella misura deve essere piena nel proponimento di un cammino di santità verso Colui che ci vuole come Egli E': perfetti, santi, misericordiosi. Nel confessionale, Gesù tramite il sacerdote ci perdona ed effonde il Suo Spirito su di noi come lo ha effuso sulla croce dopo aver chiesto al Padre il perdono per quelli che lo avevano crocifisso. Quel perdono si è effuso su tutta la terra, perchè la Casa del Padre riaprisse le sue porte a riaccogliere i suoi figli nel Figlio Gesù. Ma ci rendiamo conto di avere un Padre che così tanto tiene a noi? A chi è umile, e si pente, Dio non solo volge lo sguardo da vicino, ma tutto  ridona di quanto abbiamo sciupato.Il figlio maggiore non comprende il perdono perchè è uno che punta il dito, giudica e il suo stare nella Casa del Padre è in funzione di sè stesso. Dei sentimenti del Padre e della sorte di suo fratello non gli importa. E il Padre cosa fa? Incredibile, Gesù ci dice che "lo prega". Ci dialoga. Dice il salmo:.." su, venite, parliamo. Se anche i vostri peccati fossero come lo scarlatto diventeranno bianchi come la neve" . La Trinità Santa ha l'Umiltà Divina di porsi al livello di ascolto delle nostre cieche ritrosie, al livello di noi figli malati di egoismo, superbia, orgoglio,  e ci mostra il Cuore del Suo Unigenito, aperto per noi a lasciar uscire la Medicina che unica può guarire il nostro marcio interiore,purificandolo  con la Sua Acqua e  col Suo Sangue ,(le vesti tornate candide col Sangue dell'Agnello...) al Soffio del Suo Spirito Ricreatore. E' dal cuore, infatti, che nascono le cose cattive. E il Padre mostra al  figlio primogenito che si ritiene giusto, e non lo è, le Sue ragioni, il Suo Cuore: l'ansia per il peccatore che si è trasformata in sollievo perchè il  figlio è stato  ritrovato, il figlio ha scelto di risorgere. Guardiamola bene, questa icona, tuffiamo il nostro sguardo riconoscente su Gesù,  perchè in questa Risurrezione divina è celata la risurrezione di ciascuno di noi. A questo il Padre ci chiama, al banchetto di festa nei Cieli, per sempre, nella gioia, se accettiamo il Suo Perdono e il Suo Amore.
LA RESPONSABILE

1 commento:

  1. S.Filippo Neri sentiva sensibilmente il puzzo delle anime in peccato mortale. Gesù lo descrive citando i sepolcri imbiancati. Annusiamo da noi stessi la nostra anima, così che prima che il Padre Celeste possa disgustarsi di noi,possiamo porvi riparo. Entriamo spesso in noi stessi, e apriamo la porta del nostro cuore a Gesù che bussa. Saremo in ottima compagnia, e chi vive accanto a noi, vivrà in una grande pace.

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