La Misericordia del Padre manda il Figlio a proferire le Sue Parole e a donare lo Spirito, perché “immersi” (questo significa essere “battezzati”) nel Suo Amore possiamo riconoscere i nostri peccati e accettare il Suo perdono nella Sua Azione Paterna di salvezza. Essere battezzati nello Spirito significa entrare in comunione con Lui per mezzo di Gesù. Significa aprirsi alla comprensione trinitaria di tutto ciò che ci circonda e ci compete, e ci dà la capacità, nella conoscenza della Volontà Divina, di discernere ciò che viene da Dio da ciò che non viene da Lui; ci fa attenti a distinguere ciò che è bene da ciò che è male, affinchè possiamo vivere, come i Giuseppe della storia della salvezza, come Gesù, nella sua obbedienza ed amore, nella sua natura umana di figlio, al Padre, quali veri figli, quali veri adoratori del Padre. Quanto espone così sinteticamente il Battista è ciò che Gesù ci propone,ed è ciò che consegue in noi in ogni scelta della nostra vita in rapporto alla conoscenza e all’esperienza personale di tale amore paterno riversato su di noi da Gesù che viene, come ci ricorda anche questo Natale, ad annunciarci e a donarci. O crediamo, o non crediamo. O obbediamo, o non obbediamo. Possiamo scegliere fra bene e male, così come Dio ce lo insegna, e non come lo decidiamo noi, come la samaritana che aveva avuto 5 mariti e nel suo popolo adorava un Dio “separato”, sul loro monte. Possiamo riconoscere i nostri peccati secondo la Parola di Dio e accettando la Sua Misericordia cambiare ciò che è a Lui sgradito, e lasciarci, liberati dal Suo Amore, inondare il cuore e la vita di pace e di gioia che nessuno potrà mai toglierci; oppure possiamo scegliere di rifiutare la Verità, continuando a vivere con la nostra piccola brocca e la nostra poca acqua, sapendo, però, Giovanni Battista ci avvisa, che dovremo poi affrontare la Sua Giustizia. Il dialogo iniziato da Gesù è la Misericordia che tende la mano. Gesù vuole salvarla, questa donna, ed è la parola “acqua” che il Signore usa per battezzarla, immergerla in quel Fuoco che è Luce dei cuori, che lava ciò che è sordido, che drizza ciò che è sviato e senza il quale nulla è senza colpa. L’immerge nella verità della sua situazione materiale e spirituale. Gesù le parla riconoscendo in lei una figlia del Padre e quale Messia, come a lei si rivela, le spiega che il Padre vuole essere adorato in Spirito e Verità. Non in un luogo,su un monte, o in una città. Il Padre cerca non vuote regole o esteriori liturgie, ma figli. Ovunque ci siano figli, c’è un padre, tanto più Colui che ha voluto farsi chiamare “Padre nostro”: “il” Padre, che attende a braccia aperte il loro, il nostro amore. Questo dice Gesù alla samaritana. Mostra un Dio alla ricerca di Figli dal cuore colmo di misericordia, figli immersi nel Suo Spirito che vivano coerentemente nella Verità delle sue Parole alla Luce della Sua Parola: Gesù.
Andiamo anche noi al pozzo di Sicar, al pozzo di Giuseppe. Ringraziamo Gesù che tanto ha sofferto per noi, così come per la conversione di quella donna e di quella popolazione pur stanco del viaggio, offre al Padre il suo digiuno perché si compia la Sua Volontà; e rende consapevoli i suoi discepoli che il grosso del lavoro, la semina, in questo caso, l’ha fatta Lui; ma che insieme gioiranno “chi semina e chi miete” ossia Lui coi suoi discepoli, perché verranno, quelli di Sicar, e non più per le parole della donna, ma per quelle del Padre; crederanno in Lui, il Figlio del Padre; e avranno la Vita Eterna.
LA RESPONSABILE