sabato 20 novembre 2010

S.S. ANNUNZIATA   ORA DI PREGHIERA DEL 19 11 2010
Giovanni, capitolo 8, versetti 1-12. Leggiamoli sempre alla luce della Divina Misericordia.

Prendiamo come punto di partenza la conclusione dell’episodio narrato nei primi 11 versetti e che è esposta nell’ultimo versetto qui in esame, cioè il dodicesimo di questo 8°capitolo: Gesù si presenta quale Luce del mondo. Chi lo segue non cammina nelle tenebre ma va verso una precisa meta, e sa cosa avrà: la Luce della Vita. Zaccaria nel suo cantico l’aveva predetto: “egli ha concesso misericordia ai nostri padri…”   e:“…grazie alla bontà misericordiosa del nostro Dio, per cui verrà a visitarci dall’alto un sole che sorge (la Luce ha preso una carne, l’ha scelta in Maria Santissima; e una carne che trasudava Luce hanno visto Pietro, Giacomo e Giovanni, sul Tabor) per rischiarare quelli che stanno nelle tenebre e nell’ombra della morte e dirigere i nostri passi sulla via della pace”.La misericordia porta in sé la pace. E Gesù, che è Misericordia, è il Principe della Pace, così come lo hanno annunciato gli angeli alla sua nascita. Vediamo come questa Luce operi affinché la Misericordia disattivi le situazioni di peccato che portano solo morte.

Il capitolo si apre con Gesù che si avvia. Per dove? Per il Monte degli Ulivi. Gesù passa la notte in preghiera. E’ lì, nel buio della quiete notturna, che la Parola si ritempra tuffandosi, Luce nella Luce, Cuore nel Cuore del Padre. Gesù eleva il Suo Spirito a ringraziare il Padre, a supplicarlo, ad offrirgli presentandogliele le sue fatiche di Figlio dell’Uomo perché l’uomo, dalla Sua obbedienza alla Volontà del Padre, possa essere rigenerato, con la venuta dello Spirito, nell’instaurazione del Suo Regno. Ma quante sofferenze, per Gesù, da affrontare. Si fa giorno. La preghiera ha termine ma Gesù non si concede soste; torna al tempio, ad insegnare. Sa che i l popolo attende la sua Parola, e l’Amore non si fa aspettare. Si siede. Come un fratello tra fratelli, a comunicare l’annunzio della Buona Novella.  Anche altri lo attendono,e non lo amano: gli scribi e I farisei. Ma anche questi sono oggetto della sua misericordia. Anche la donna trascinata lì per un verdetto di condanna a morte su cui vogliono il suo parere, in nome di Mosè, con l’inganno, per accusarlo .Non sarà l’unica volta che i suoi nemici tirano in ballo la Legge e Mosè. Gesù dirà:” non sono venuto a cambiare nemmeno uno iota, della Legge, ma a darle compimento.” E si riferisce alla Legge che il Padre ha dato. Non ai precetti aggiunti dalla tradizione o dalle permissioni umane.  Altrove, riguardo un’altra spinosa questione, il divorzio, dirà: “per la durezza del vostro cuore…ma all’inizio non era così….” .
Ecco che la Misericordia entra in azione con gesti di salvezza. Davvero ogni verbo riferito a Gesù implica risonanze tali della Divina Misericordia che, se scritte, non basterebbe, come nota Giovanni, tutta la terra a contenerne i volumi. Davanti al tranello posto dai suoi avversari,  Gesù si china. E’ Dio che si china sull’umanità sfigurata dal peccato e comincia a scrivere per terra. Il Padre, agli inizi, aveva usato proprio la terra per formare l’uomo, e l’aveva plasmata con le Sue Dita; e gli aveva infuso il Suo Spirito, perché l’uomo avesse in Lui, per Lui e con Lui immagine e somiglianza. Ma l’uomo si è lasciato sedurre dal maligno. Gesù deve ricreare l’uomo morto a causa del peccato e di nuovo effondere il Suo Spirito perché risplenda per mezzo della Sua Luce nuovamente la divina paternità sul volto dei suoi fratelli. Davanti a Sé ha come terra arida dei morti nello spirito. Allora La Luce scrive sulla terra. Come il Dito del Padre aveva scritto sulla dura roccia delle tavole mosaiche la Sua Parola, perché si imprimesse nel cuore del suo popolo, popolo dalla dure cervice,la Sua Legge, proponendo un’alleanza; ecco, così, con Gesù, Dio porta a compimento quella alleanza, definendola con i termini “nuova” ed “eterna”.L’ attesa del tempo preannunciato dai profeti è finita: Gesù scrive. Ed il tempo che è arrivato è il tempo della Misericordia. Il Figlio col Suo Dito è venuto a scacciare il maligno, e con la Sua Parola e il dono dello Spirito è venuto a trasformare, secondo la promessa riportata da Ezechiele, i cuori di pietra in carne. Dal cuore del Padre al cuore del Figlio, a noi, La Luce. Osserviamo nell’icona della Divina Misericordia come dal Cuore di Gesù ivi raffigurato emanino due raggi di luce, diretti verso i cuori di tutti gli uomini. L’acqua e il sangue che danno testimonianza, nell’effusione dello Spirito senza misura, nella elargizione del sacramento del Perdono. Quella testimonianza di cui Gesù è Parola a cui né scribi né farisei credono, come descritto nei versetti a seguire sempre dello stesso capitolo. Gesù scrive. Vuol far ricordare la Parola scritta dal Padre e data a Mosè. Ma non basta. I farisei sono chiusi, e non comprendono. Insistono nell’interrogarlo .E Gesù alza il capo. Dio fa splendere il Suo Volto sui suoi detrattori, e anche quando è serio,a chi il Signore volge il Suo Sguardo dona la Sua Misericordia e la Sua Pace. il Volto del Signore è il Volto della benedizione mosaica emanante Luce e Fiamma dal Suo Spirito : “sono venuto a portare il Fuoco sulla terra, e come vorrei che fosse già acceso!” Quel fuoco contenuto nel Suo Sguardo Divino, rivolto a fondere la durezza dei loro cuori. Sono i tempi della Misericordia. Non più i profeti, ma Dio Stesso viene a portare a compimento la salvezza dell’uomo per mezzo del Suo Verbo, e con le sue parole La  Luce vuol salvare sia i farisei che la donna peccatrice.”Chi di voi è senza peccato, scagli la prima pietra. “ Quelle pietre sono i cuori induriti dal male perché non hanno scritto in sé le 10 Parole date a Mosè. I farisei sono costretti a guardarsi dentro, a confrontarsi con la Parola, e alla luce della Verità, essi stessi colpevoli nella stessa proporzione come della stessa cosa per la quale condannano a morte la donna. Sono loro ora che ammutoliscono, si chinano, dai più anziani, ai più giovani, desistono; vanno via. Gesù non accusa. Li costringe alla coerenza alla Parola da loro stessi portata quale motivazione di morte per la peccatrice. Ma Gesù non sottoscrive certo il peccato. E’ il Perdono che effonde la Pace, ma esige conversione e fedeltà alla Legge del Padre. E Gesù ridona voce a chi il male aveva annientato. “Donna, dove sono?  nessuno ti ha condannata?” La donna risponde :-Nessuno, Signore.-....” Neanche Io ti condanno, và e d’ora in poi non peccare più.”.Nel compimento della Legge, ecco applicata la legge del Padre Nostro in relazione alla liberazione dal male, e cioè nel chiedere aiuto al Signore nella ferma decisione di non ricaderci più. Caduta l’accusa dei fratelli, anche Dio perdona. Gesù era andato al tempio ad insegnare. E lo fa, mostrando come Egli, Il Dio della Misericordia, vuole che anche noi usiamo sempre misericordia verso il nostro prossimo se vogliamo essere perdonati da Dio, e ci insegna che prima di giudicare gli altri, dobbiamo giudicare noi stessi. Gesù altrove ha specificato:. Non sono venuto per condannare, ma per salvare. Eppure è a Lui che il Padre, perché sia onorato quale Suo Figlio, ha dato il potere di giudicare, e proprio su criteri di misericordia: ”Venite, benedetti del Padre Mio, e ricevete in eredità il Regno…” e seguitando :”via, lontano da Me,maledetti,  perché avevo fame, sete,….”.Qui c’è, la condanna. Definitiva. Ma Gesù è in prima istanza Giudice di Misericordia che, dopo essersi chinato, e per due volte, a scrivere, perché “è un Dio paziente, benigno,lento all’ira e grande nell’amore”, attendendo la conversione dei cuori, si alza, e come ogni giudice che si rispetti, dà il suo Verdetto Divino,così diverso da quello umano: è’ il perdono, insieme all’ammonimento a chi è ancora in cammino: và, e non peccare più. E se pecchi, corri da Me, la Mia chiesa ti ridona l’abito bianco nuziale per mezzo del Mio Spirito effuso tramite la Confessione. A questo ti chiama la Mia immagine. Và e cammina alla luce delle Mie Parole e non abusare della Mia Misericordia, affinchè le tenebre non ti avvolgano, rendendo vana per te la Mia Passione, Morte e Risurrezione, e tu rimanga polvere morta, come morti erano quegli scribi e farisei e la peccatrice prima dell’incontro con la Luce. Morti come la polvere scossa dai piedi di chi annuncia invano la Parola, polvere che si è privata da sé stessa dell’azione del Dito di Dio che plasma, libera, illumina, pacifica,e dà in eredità il possesso della Vita.
La responsabile

Nessun commento:

Posta un commento