Eccoci di nuovo radunati davanti al S.S. Sacramento e
all’Icona della Divina Misericordia, per
cominciare il settimo anno di esistenza del nostro gruppo di preghiera, e, come
sempre, guardando il Suo Cuore,ci accostiamo alla Divina Parola lasciando che penetrino nel nostro, di cuore,
quei gloriosi Raggi del Sapiente Amore Divino del nostro unico Signore,
Salvatore e Maestro, Gesù,
affinché possiamo essere illuminati, nutriti, confortati ed esortati
nella perseveranza in Lui, Via di santità nella Sua conoscenza per ciascuno dei Suoi figli. Leggiamo insieme Giovanni, cap. 20, versetti
19-29.
E’ scritto dunque in Giovanni che l’ottavo giorno, ossia la
Domenica successiva alla Domenica di Resurrezione, nuovamente Gesù apparve agli
apostoli riuniti nel Cenacolo. E stavolta era presente anche Tommaso, che il
giorno della Risurrezione, alla prima apparizione, non c’era; e, alla
Risurrezione, e all’istituzione nella
Chiesa del sacramento della riconciliazione, non aveva creduto. Dopo otto
giorni. L ‘ottavo giorno. Ma quale
profondità di senso ha questo avvenimento, questa seconda apparizione del
Risorto? Mettiamoci per un momento nel Cuore Divino di Gesù, nei Suoi Panni di
Redentore e nei Suoi Sapienti Intendimenti; nelle Sue Divine Preoccupazioni per noi. Gesù
compie la Volontà del Padre: la restaurazione della creazione, una vera e
propria “ri”-creazione, per salvare l’umanità deviata e corrotta dalla sua
scelta di morte, e riportarla pentita al Cuore del Suo Creatore. Gesù deve ripristinare così anche la Volontà del Padre
di riposare nel settimo giorno. Tutto l’operato di Gesù si svolge all’interno
del Progetto Paterno espresso nella
Genesi, e poi nel Vecchio Testamento tramite i profeti, per: “ portarlo a compimento”. Singolare questo verbo . che
indica insieme un varco, la porta, e un movimento, una via; verbo usato dal Verbo che E’Porta e Via.
Il Progetto del Padre è un progetto di Misericordia. Il cuore
dell’ uomo, libero di scegliere la sua figliolanza: quella del Padre, o quella
del “padre della menzogna”, ha deviato nell’ adesione al male, e sempre più precipita; dopo l’omicidio di
Abele, che era buono e obbediente a Dio, da parte di Caino, il cuore dell’uomo diventa sempre
più indurito. Leggiamo Genesi 4,
vv.23-24, e vediamo come la legge della
vendetta umana dilaga nello spazio della settimana divina e assume i tempi e i luoghi dell’attività del maligno :
- Lamech disse alle mogli: “ Ada e Zilla, ascoltate la mia voce, mogli di
Lamech, porgete l’orecchio al mio dire:
ho ucciso un uomo per una mia scalfittura e un ragazzo per un mio livido. Sette
volte sarà vendicato Caino, ma Lamech settanta volte sette-. Ma “sette” è lo spazio creativo della settimana del Padre. E’ La “Sua” creazione.
Nel Bene. Per il Bene. Il Padre vuole salvarci. Così il tempo diventa nelle Mani di Dio una possibilità di esercizio per noi, nella graduale comprensione di ciò che è
realmente accaduto disobbedendoGli, per
poter contrapporre il bene al male. La moltiplicazione del male, la vendetta esercitata
settanta volte sette, viene rovesciata e proposta in una moltiplicazione di
perdono: per mezzo di Gesù è questa misura, settanta volte sette, quella
che il Padre indica a Pietro, (Matteo
18, 21-22) proprio perché sia
ripristinata la Sua Volontà di Bene, Volontà da insegnare a quanti vogliono
lasciare le vie del peccato, Volontà da contrapporre
a quella di chi sceglie consapevolmente
di essere e rimanere figlio del maligno.
E questa di perdonare settanta volte sette è la settimana che ricomincia
nel giorno successivo, cioè il primo della nuova, ossia l’ottavo giorno. Una continua volontà
di perdono che Dio applica e che per mezzo di Gesù ci insegna perché noi la si applichi:…”
rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori…” . Ed è questa la misura che troviamo nel nuovo Testamento nella
settimana del Figlio che sancisce la sconfitta del peccato, del male e della
morte: è quella che noi chiamiamo la
Settimana Santa, come chi l’ha programmata è il tre volte Santo: Gesù.
Leggiamo in S. Giovanni: otto giorni dopo… . La Domenica dopo
la Pasqua. Il giorno della Misericordia. Alla
totalità del collegio apostolico, la Chiesa voluta de Gesù, manca una
persona. La centesima pecora Tommaso non è unita alle altre 99. L’uomo ha
bisogno ancora di tempo. Ha bisogno
ancora di un’altra settimana, perché, sì, è vero, la Settimana Santa della Redenzione è
compiuta, Gesù è risorto il settimo giorno ed Il settimo giorno è il giorno del
riposo del Padre, ma come poteva riposare, il Padre, se 99 pecore, sì, erano al
sicuro, ma ne mancava una? Come poteva, S. Luca ci racconta, riposare il Padre,
se il figlio non era ancora tornato a casa al sicuro fra le sue Braccia di Dio
Innamorato del re della Sua creazione? Osserva
quelle Braccia, sono cariche di Infinita Misericordia, sono vibranti della
Forza d’Amore dello Spirito che vorrebbero stringere a Sé tutti i Suoi Figli, e
già Giuda, il figlio della perdizione, sarebbe mancato per sempre a
quell’appuntamento. Ma sono, nel
rispetto della libertà di ciascun figlio, Braccia Onnipotenti che hanno unito nel Figlio la Natura Divina a
quella umana per poter circoscrivere nel Loro Cerchio di Eterna Sapienza il tempo e la storia sottomessi a Colui al quale il Padre ha conferito ogni potere in Cielo e in terra,
compreso quello del Giudizio. Il Padre
della Misericordia ha generato la Misericordia Stessa, Colui il quale effonde
lo Spirito senza misura, quello Spirito che aleggiava sulle acque, lo stesso
Spirito alitato nell’uomo il sesto giorno della creazione. Lo Spirito che
dall’Eternità alimenta quel Fuoco che Gesù ardeva riportare sulla terra quale
Fiamma dell’Amore Misericordioso del Padre , a tutti gli uomini, per mezzo
della Chiesa. Compreso Tommaso. Gesù è quella Porta che ha operato la
ricreazione innestando col Suo Sangue la settimana primordiale e trasfondendole
la Sua Santità, Lui il tre volte Santo. L’ottavo giorno, Gesù ritorna. Ma percorriamo insieme la Settimana Santa. Se nella settimana
originaria il sesto giorno segna, con la comparsa dell’uomo, il culmine di ciò che era buono della
creazione, Gesù ripercorre quella settimana giocando d’anticipo. Gesù riporta al Padre
tutta la creazione e se ne riappropria ponendo il Suo Sigillo di Misericordia: per
riaprire e alimentare l’uomo alla Grazia, fa
partecipe di Sé Stesso la stessa natura.
Invece che appesantimento di materia e motivo di peccato l’assume in Sé perché
sia veicolo di divinità: il quarto
giorno transustanzia il pane e il vino nel Suo Corpo e nel Suo Sangue per darci
Sé Stesso in cibo e bevanda, essere Lui Stesso la nostra santificazione e poterci
trasformare in Lui, noi, creati originariamente” molto buoni”, a Sua immagine e somiglianza, e potessimo, dopo la
corruzione del peccato, riassumere la dimensione divina perduta che lo stesso
salmo citato da Gesù ai Giudei( vedi
Giovanni 10, v. 34 e seguenti: -voi siete dei…- ci attribuisce. Subito dopo, il
quinto giorno effonde il Suo Spirito dal Suo Cuore squarciato sulla croce insegnandoci la via del perdono
totale e della totale obbedienza al Padre, nella mitezza e nell’umiltà,
offrendo, Lui che può riassumerla perché Dio, la Sua Vita per noi: “Padre,
perdona loro, perché non sanno quello che fanno”.. .Per poterci ricreare, ci ha fatto toccare il fondo: più che uccidere
Dio, non si può, ma Dio non può morire: per poterci mostrare fino in fondo che
la Sua Misericordia è più grande del nostro peccato. E’
questa la conoscenza della salvezza che il Padre ha operato per noi, nella regalità della
Passione del Figlio che annienta le velleità del maligno. Nel seguente sesto Santo giorno, ci ha reso la consapevolezza di cosa ha significato per l’umanità aver
trasformato la gioia di Dio per la Sua creazione, che era molto buona, nelle
Sue lacrime e nel suo punirci
lasciandoci alle nostre libere scelte di male. Gesù ci lascia riflettere, questo sesto
giorno, in cui Dio contrappone alla gioia del Suo averci creato l’orrore del
sepolcro, il buio dell’eclissi, la distruzione del terremoto, segni cioè di cosa significhi uccidere nel nostro cuore con le nostre scelte di peccato ciò e Chi è è Buono . Ma il finale cambia. Non
è il finale di vendetta settanta volte sette per l’Omicidio che ha sparso il Sangue”
ben più puro di quello di Abele”. Dio ci
fa conoscere per mezzo del Figlio che ciò che è buono e tale vuole
rimanere non può morire. Il settimo
giorno Gesù risorge. Il settimo giorno la Redenzione è compiuta e questo è il
riposo del Padre nel Figlio. Non più, da ora in poi, dopo la colpa, giudizio di cieli chiusi per l’uomo . C’è Chi
ha pagato. C’è Chi ha giustificato e chiesto il perdono, quel perdono che non
era fiorito spontaneo da Adamo ed Eva, quel perdono non cercato col pentimento
nel cuore da Caino. Il Padre riposa nel
Figlio Gesù. Tra il peccato e la condanna ora c’è una Settimana Santa: e’ il tempo di Misericordia da Lui instaurato. E
quel perdono occorre che si dilati settanta volte sette, per tutti i secoli,
fino alla fine del mondo, (…Io sarò con voi tutti i giorni….) una settimana
dopo l’altra, ognuna ricreata santa dall’opera del Figlio che …”è venuto a distruggere
le opere del maligno”. Sì, perché Gesù è quella Porta Santa, che varcata quale
Via, Verità e Vita dà nello Spirito i Cieli aperti, il perdono e l’Eternità, per
la nostra Risurrezione integrale, anima e corpo, glorificati in Lui; Lui è la sola Divina Porta che ci ha introdotti nella Settimana
Santa della Ricreazione voluta del Padre della Misericordia; Lui i cui stipiti
inamovibili sono piantati nel tempo e nell‘Infinito, Lui che è uomo ed E’
Dio. Ad ogni nostra settimana, col suo
carico di peccati e fragilità, grazie a Gesù, segue un giorno particolare:
l’ottavo giorno. Ogni settimana può ricominciare nuova nella Misericordia che
ci rinnova nell’Amore Divino. E questo è il giorno che precede il “nostro”
settimo giorno di riposo in Dio. Senza questo ottavo giorno Dio non può
riposare in noi, nel Suo settimo giorno.
E si chiama giorno perché è fatto tale dall’irruzione della luce. Della vera
Luce: Gesù. Perché se non viviamo ora,
qui, sulla terra, ogni giorno come
l’ottavo giorno voluto dalla Misericordia del Padre, rimaniamo separati da Lui,
e Lui è lì a cercarci fra rovi e dirupi pericolosi , ed è lì che ci aspetta
ansioso, come chiunque voglia veramente bene attende chi è lontano e nel pericolo, e scrutando
l’orizzonte non si stanca, fino al termine di settanta volte sette, fino a quando dura la nostra vita, ad
aspettare di vedere finalmente tornato a casa suo figlio.
L’ottavo è il giorno in cui prendiamo
coscienza che davanti alla nostra
pertinacia nel male, nelle indifferenze e tiepidezze,nei rifiuti e nelle pigrizie nei Suoi confronti, Gesù si
mostra a noi, come nell’icona della Divina Misericordia, splendido, nella
gloria della Sua Risurrezione, e ci mostra i fasci ardenti d’amore e di pietà
che fluiscono dal Suo Cuore per noi,Lui, Signore di un altro terribile giorno: il giorno del Giudizio (Giovanni5, 26-30); e ci dice:- Metti qua il tuo dito e guarda le
Mie Mani, stendi la tua mano e mettila nel Mio Costato; e non essere più
incredulo, ma credente.
Possa il nostro cuore
rispondergli con fede viva e umile: Signore mio e Dio mio; e, nel sacramento della riconciliazione, chiederGli perdono , e farsi inondare dalla
Sua Pace e dalla Sua Gioia. Possa il nostro cuore cantare come inno d’amore,
nel riposo del Padre: Gesù, confido in Te!
Come sempre, la recita della Coroncina, l'invocazione allo Spirito Santo, un'ardente preghiera per la pace, per i malati, per l'Italia e l'Europa in crisi soprattutto di valori spirituali, per la chiesa e in particolare modo la chiesa fiorentina e tutti i sacerdoti con la preghiera di S. Faustina. Al termine, la Salve Regina.
La Responsabile
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