domenica 23 settembre 2012

S.S. ANNUNZIATA ORA DI PREGHIERA DEL 21 SETTEMBRE 2012

Questo è il settimo anno di esistenza del nostro gruppo di preghiera. Ci affidiamo con tutto il cuore  a Gesù per la continuazione di questo impegno, e chiediamo come sempre l'aiuto particolare della Santissima Madre di Dio, la Vergine Maria, perchè lo Spirito Santo ci guidi, perchè si riesca a trovare un sacerdote e una chiesa che non solo ci tolleri ma ci accolga,e,  in obbedienza alla Santa Chiesa, possiamo, in concordanza con la tanto richiesta dal Santo Padre Benedetto XVI   nuova evangelizzazione,   diffondere sempre più il culto alla Divina Misericordia. Il tema di questo incontro di preghiera è stato la riflessione sull'ottavo giorno, dal Vangelo di S. Giovanni, la Domenica in Albis:


Eccoci di nuovo radunati davanti al S.S. Sacramento e all’Icona della Divina  Misericordia, per cominciare il settimo anno di esistenza del nostro gruppo di preghiera, e, come sempre, guardando il Suo Cuore,ci accostiamo alla Divina Parola  lasciando che penetrino nel nostro, di cuore, quei gloriosi Raggi del Sapiente Amore Divino del nostro unico Signore, Salvatore  e  Maestro,  Gesù,  affinché possiamo essere illuminati, nutriti, confortati ed esortati nella perseveranza in  Lui,  Via di santità nella Sua conoscenza  per ciascuno dei Suoi figli.  Leggiamo insieme Giovanni, cap. 20, versetti 19-29.
E’ scritto dunque in Giovanni che l’ottavo giorno, ossia la Domenica successiva alla Domenica di Resurrezione, nuovamente Gesù apparve agli apostoli riuniti nel Cenacolo. E stavolta era presente anche Tommaso, che il giorno della Risurrezione, alla prima apparizione, non c’era; e, alla Risurrezione,  e all’istituzione nella Chiesa del sacramento della riconciliazione, non aveva creduto. Dopo otto giorni.  L ‘ottavo giorno. Ma quale profondità di senso ha questo avvenimento, questa seconda apparizione del Risorto? Mettiamoci per un momento nel Cuore Divino di Gesù, nei Suoi Panni di Redentore e nei Suoi Sapienti Intendimenti;  nelle Sue Divine Preoccupazioni per noi. Gesù compie la Volontà del Padre: la restaurazione della creazione, una vera e propria “ri”-creazione, per salvare l’umanità deviata e corrotta dalla sua scelta di morte, e riportarla pentita al Cuore del Suo Creatore. Gesù deve  ripristinare così anche la Volontà del Padre di riposare nel settimo giorno. Tutto l’operato di Gesù si svolge all’interno del  Progetto Paterno espresso nella Genesi, e poi nel Vecchio Testamento tramite i profeti,  per: “ portarlo  a compimento”. Singolare questo verbo . che indica insieme un varco, la porta, e un movimento, una  via; verbo usato dal Verbo che E’Porta e Via.
Il Progetto del Padre è un progetto di Misericordia. Il cuore dell’ uomo, libero di scegliere la sua figliolanza: quella del Padre, o quella del “padre della menzogna”, ha deviato nell’ adesione al male, e  sempre più precipita; dopo l’omicidio di Abele, che era buono e obbediente a Dio, da parte  di Caino, il cuore dell’uomo diventa sempre più  indurito. Leggiamo Genesi 4, vv.23-24, e  vediamo come la legge della vendetta umana dilaga nello spazio della settimana divina e  assume  i tempi e i luoghi dell’attività del maligno : - Lamech disse alle mogli: “ Ada e Zilla, ascoltate la mia voce, mogli di Lamech,  porgete l’orecchio al mio dire: ho ucciso un uomo per una mia scalfittura e un ragazzo per un mio livido. Sette volte sarà vendicato Caino, ma Lamech settanta volte sette-.  Ma “sette” è lo spazio creativo della   settimana del Padre. E’ La “Sua” creazione. Nel Bene. Per il Bene. Il Padre vuole salvarci. Così  il tempo diventa nelle Mani di Dio  una possibilità di  esercizio per noi,  nella graduale comprensione di ciò che è realmente accaduto disobbedendoGli,  per poter  contrapporre il bene al male.  La moltiplicazione del male, la vendetta esercitata settanta volte sette, viene rovesciata e proposta in una moltiplicazione di perdono:  per mezzo di Gesù  è questa misura, settanta volte sette, quella che il Padre indica  a Pietro, (Matteo 18, 21-22) proprio perché sia  ripristinata la Sua Volontà di Bene,  Volontà da insegnare a quanti vogliono lasciare le vie del peccato, Volontà  da contrapporre a quella di chi  sceglie consapevolmente di essere e rimanere figlio  del maligno.  E questa di perdonare  settanta volte sette è la settimana che ricomincia nel giorno successivo, cioè il primo della nuova,  ossia l’ottavo giorno. Una continua volontà di perdono che Dio applica e che per mezzo di Gesù  ci insegna perché noi la si applichi:…” rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori…” .  Ed è  questa  la misura che troviamo nel nuovo Testamento nella settimana del Figlio che sancisce la sconfitta del peccato, del male e della morte:  è quella che noi chiamiamo la Settimana Santa, come chi l’ha programmata è il tre volte Santo: Gesù.
Leggiamo in S. Giovanni: otto giorni dopo… . La Domenica dopo la Pasqua. Il giorno della Misericordia. Alla  totalità del collegio apostolico, la Chiesa voluta de Gesù, manca una persona. La centesima pecora Tommaso non è unita alle altre 99. L’uomo ha bisogno ancora di tempo.  Ha bisogno ancora di un’altra settimana, perché, sì, è vero,  la Settimana Santa della Redenzione è compiuta, Gesù è risorto il settimo giorno ed Il settimo giorno è il giorno del riposo del Padre, ma come poteva riposare, il Padre, se 99 pecore, sì, erano al sicuro, ma ne mancava una? Come poteva, S. Luca ci racconta, riposare il Padre, se il figlio non era ancora tornato a casa al sicuro fra le sue Braccia di Dio Innamorato  del re della Sua creazione? Osserva quelle Braccia, sono cariche di Infinita Misericordia, sono vibranti della Forza d’Amore dello Spirito che vorrebbero stringere a Sé tutti i Suoi Figli, e già Giuda, il figlio della perdizione, sarebbe mancato per sempre a quell’appuntamento.  Ma sono, nel rispetto della libertà di ciascun figlio,  Braccia Onnipotenti  che hanno unito nel Figlio la Natura Divina a quella umana per poter circoscrivere nel  Loro Cerchio di Eterna Sapienza  il tempo e la storia sottomessi  a Colui al quale il Padre  ha conferito ogni potere in Cielo e in terra, compreso quello del Giudizio.  Il Padre della Misericordia ha generato la Misericordia Stessa, Colui il quale effonde lo Spirito senza misura, quello Spirito che aleggiava sulle acque, lo stesso Spirito alitato nell’uomo il sesto giorno della creazione. Lo Spirito che dall’Eternità alimenta quel Fuoco che Gesù ardeva riportare sulla terra quale Fiamma dell’Amore Misericordioso del Padre , a tutti gli uomini, per mezzo della Chiesa. Compreso Tommaso. Gesù è quella Porta che ha operato la ricreazione innestando col Suo Sangue la settimana primordiale e trasfondendole la Sua Santità, Lui il tre volte Santo.  L’ottavo giorno, Gesù ritorna.  Ma percorriamo insieme  la Settimana Santa. Se nella settimana originaria il sesto giorno segna, con la comparsa dell’uomo,  il culmine di ciò che era buono della creazione, Gesù ripercorre quella settimana  giocando d’anticipo. Gesù riporta al Padre tutta la creazione e se ne riappropria ponendo il Suo Sigillo di Misericordia: per riaprire e alimentare l’uomo alla Grazia, fa  partecipe di Sé Stesso  la stessa natura. Invece che appesantimento di materia e motivo di peccato l’assume in Sé perché sia veicolo di divinità:  il quarto giorno transustanzia il pane e il vino nel Suo Corpo e nel Suo Sangue per darci Sé Stesso in cibo e bevanda, essere Lui Stesso la nostra santificazione e   poterci trasformare in Lui, noi, creati originariamente” molto buoni”,  a Sua  immagine e somiglianza, e potessimo, dopo la corruzione del peccato, riassumere la dimensione divina perduta che lo stesso salmo citato da Gesù  ai Giudei( vedi Giovanni 10, v. 34 e seguenti: -voi siete dei…- ci attribuisce. Subito dopo, il quinto giorno effonde il Suo Spirito dal Suo Cuore squarciato  sulla croce insegnandoci la via del perdono totale e della totale obbedienza al Padre, nella mitezza e nell’umiltà, offrendo, Lui che può riassumerla perché Dio, la Sua Vita per noi: “Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno”.. .Per poterci ricreare,  ci ha fatto toccare il fondo: più che uccidere Dio, non si può, ma Dio non può morire: per poterci mostrare fino in fondo che la Sua Misericordia è più grande del nostro peccato.   E’ questa la conoscenza della salvezza che il Padre  ha operato per noi, nella regalità della Passione del Figlio che annienta le velleità del maligno. Nel seguente  sesto Santo giorno, ci  ha reso la consapevolezza di  cosa ha significato per l’umanità aver trasformato la gioia di Dio per la Sua creazione, che era molto buona, nelle Sue lacrime e nel suo punirci  lasciandoci alle nostre libere scelte di male.  Gesù ci lascia riflettere, questo sesto giorno, in cui Dio contrappone alla gioia del Suo averci creato l’orrore del sepolcro, il buio dell’eclissi, la distruzione del terremoto, segni  cioè di  cosa significhi uccidere nel nostro cuore  con le nostre scelte di peccato  ciò e Chi è è Buono . Ma il finale cambia. Non è il finale di vendetta settanta volte sette per l’Omicidio che ha sparso il Sangue” ben  più puro di quello di Abele”. Dio ci fa conoscere per mezzo del Figlio che ciò che è buono e tale vuole rimanere  non può morire. Il settimo giorno Gesù risorge. Il settimo giorno la Redenzione è compiuta e questo è il riposo del Padre nel Figlio. Non più, da ora in poi, dopo la colpa,  giudizio di cieli chiusi per l’uomo . C’è Chi ha pagato. C’è Chi ha giustificato e chiesto il perdono, quel perdono che non era fiorito spontaneo da Adamo ed Eva, quel perdono non cercato col pentimento nel cuore da Caino.  Il Padre riposa nel Figlio Gesù. Tra il peccato e la condanna ora c’è una Settimana Santa: e’ il  tempo di Misericordia da Lui instaurato. E quel perdono occorre che si dilati settanta volte sette, per tutti i secoli, fino alla fine del mondo, (…Io sarò con voi tutti i giorni….) una settimana dopo l’altra, ognuna ricreata santa dall’opera del Figlio che …”è venuto a distruggere le opere del maligno”. Sì, perché Gesù è quella Porta Santa, che varcata quale Via, Verità e Vita dà nello Spirito i Cieli aperti, il perdono e l’Eternità, per la nostra Risurrezione integrale, anima e corpo, glorificati in Lui;  Lui è la sola Divina  Porta che ci ha introdotti nella Settimana Santa della Ricreazione voluta del Padre della Misericordia; Lui i cui stipiti inamovibili sono piantati nel tempo e nell‘Infinito,  Lui che è uomo  ed  E’ Dio.  Ad ogni nostra settimana, col suo carico di peccati e fragilità, grazie a Gesù, segue un giorno particolare: l’ottavo giorno. Ogni settimana può ricominciare nuova nella Misericordia che ci rinnova nell’Amore Divino. E questo è il giorno che precede il “nostro” settimo giorno di riposo in Dio. Senza questo ottavo giorno Dio non può riposare in noi,  nel Suo settimo giorno. E si chiama giorno perché è fatto tale dall’irruzione della luce. Della vera Luce: Gesù.  Perché se non viviamo ora, qui, sulla terra,  ogni giorno come l’ottavo giorno voluto dalla Misericordia del Padre, rimaniamo separati da Lui, e Lui è lì a cercarci fra rovi e dirupi pericolosi , ed è lì che ci aspetta ansioso, come chiunque voglia veramente bene attende  chi è lontano e nel pericolo, e scrutando l’orizzonte non si stanca, fino al termine di settanta volte sette, fino  a quando dura la nostra vita, ad aspettare  di  vedere finalmente tornato a casa suo figlio. L’ottavo è  il giorno in cui prendiamo coscienza  che davanti alla nostra pertinacia nel male, nelle indifferenze e tiepidezze,nei rifiuti e  nelle pigrizie nei Suoi confronti, Gesù si mostra a noi, come nell’icona della Divina Misericordia, splendido, nella gloria della Sua Risurrezione, e ci mostra i fasci ardenti d’amore e di pietà che fluiscono dal Suo Cuore per noi,Lui,  Signore di un altro terribile giorno:  il giorno del Giudizio (Giovanni5, 26-30);  e ci dice:- Metti qua il tuo dito e guarda le Mie Mani, stendi la tua mano e mettila nel Mio Costato; e non essere più incredulo, ma credente.
 Possa il nostro cuore rispondergli con fede viva e umile: Signore mio e Dio mio;  e, nel sacramento della riconciliazione,  chiederGli perdono , e farsi inondare dalla Sua Pace e dalla Sua Gioia. Possa il nostro cuore cantare come inno d’amore, nel riposo del Padre: Gesù, confido in Te!

Come sempre, la recita della Coroncina, l'invocazione allo Spirito Santo, un'ardente preghiera per la pace, per i malati, per l'Italia e l'Europa in crisi soprattutto di valori spirituali, per la chiesa e in particolare modo la chiesa fiorentina e tutti i sacerdoti con la preghiera di S. Faustina. Al termine, la Salve Regina.
La Responsabile

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